lunedì 16 aprile 2007

specie di spazi

"Vorrei che esistessero dei luoghi stabili, immobili, intangibili, intoccati e quasi intoccabili, immutabili, radicati; dei luoghi che potrebbero essere dei punti di riferimento, dei punti di partenza, delle fonti (...) Tali luoghi non esistono ed è per il fatto che non esistono che lo spazio diventa un problema, cessa di essere evidenza, cessa di essere incorporato, cessa di essere appropriato. Lo spazio è un dubbio: devo continuamente contrassegnarlo, designarlo: non è mai mio, non è mai dato, devo conquistarlo. (...) Lo spazio scivola come la sabbia tra le dita. Il tempo se lo porta via e non ne rimangono che brandelli informi. Scrivere: cercare meticolosamente di trattenere qualcosa, di far sopravvivere qualcosa: strappare qualche brandello preciso al vuoto che si sta scavando, lasciare da qualche parte un solco, una traccia, un marchio, qualche segno".

George Perec, Specie di Spazi.