martedì 30 dicembre 2008

... anche questo è andato.

Sono ormai più di tre mesi che non scrivo.

siamo agli sgoccioli di questo 2008….e riappaio nel blog.
mi sento come il ritardatario alla festa, come il pezzetto di dolce che lo mangi lo stesso anche se sei stracolmo dell’abbuffata appena terminata, come l’ultimo ubriacone che si scola l’ultima goccia di alcool al bar prima di vagare dentro la notte…
tirando alcune somme, girando un attimo le spalle, penso all’anno passato, e anche stavolta ne sono successe di cose, nella mia, nelle vostre, nelle vite di tutti immagino.
Più o meno ci siamo mossi, più o meno ci siamo scambiati...


quest'anno credo di aver fatto più FATTI e aver detto meno PAROLE, il che a volte è un bene ma non sempre. è andata così.

Sono Dottore adesso, Architetto. un fottuto architetto servo del potere che cerca di equilibrare forma e sostanza, che spera in qualcosa di buono… che non sempre sa quello che vuole.


E nel 2009, cosa sarò? (questa vale un po' per tutti)



Un bacione di cuore a tutti i passanti, se ancora ce ne sono … e un augurio di un genuino 2009 a tutti!

Ecco una foto del titolare dello studio con cui collaboro, anche lui vi augura buon anno:

















a presto!

domenica 14 settembre 2008

pensieri

domenica 14 settembre,

l'estate sembra ormai salutarci....lo fà con la prima pioggia e con il vento...i nostri campi riprendono a respirare, le tubazioni, i canali di scolo e le fogne anch'esse pian piano ricominciano a pieno ritmo la loro attività...

il cielo si riappropria del suo grigio autunnale, di quel grigio fumo che era un bel po' che no lo si vedeva così...abituati come eravamo ormai a quell'azzurro limpido o al massimo a quell'azzurro imbrattato di qualche macchia di nuvola candida...
l'aria già diventata più fresca ci invita ad aprire i cassetti dove sono già pronte, stirate, lavate e profumate le nostre care magliettine a manica lunga per la prossima stagione....
un anno esatto fà, dopo aver passato l'estate in africa mi preparavo a partire per il messico, prolungandola così fino a gennaio.

quest'anno passero' la stagione invernale a casa. nella terra natia.
i locali e i pub della nostra cara terra marchigiana sono già pronti a riaprire le loro porte...per riscaldare l'inverno e le sue notti di musica, birra e vino; poca gente.... una cena al caldo di un caminetto a casa di qualche caro amico o parente...parcheggiare proprio davanti l'ingresso del locale dove ci siamo dati appuntamento.
me ne restero' tranquillo. io, l'architettura, qualche libro, riviste, apparecchi fotografici, musica, amici, famiglia, parenti, campi coltivati, bar, pubs, cene, ulivi.
resto nella madre patria.

non sarà facile...o forse lo sarà troppo...
è questo che spesso un po' mi rattrista...

già sento la mancanza della diversità...già sento la necessità di bagnarmi un po' nell'attesa di un bus...oppure di respirare un po' di smog camminando per Coyoacan...già mi mancano quei 30 secondi in cui puoi vedere 30 volti che non rivedrai mai più in vita tua...già mi manca la densità abitativa, già mi mancano le mille puzze e i mille odori nel percorrere 200 metri.

già, mi mancano.

mi mancano i discorsi che non ti immagini e gli incontri che non ti aspetti.


buon autunno a tutti!

mercoledì 7 maggio 2008

vi spacco il culo


ritorno a scrivere.
alle 23:30 del 7 maggio.
voglio ricominciare a scrivere più spesso.
parlo con me stesso ma parlo un po' a tutti.
adesso scrivero' qualcosa.
probabilmente alla fine non sarà nulla di concreto....
ancora non so' cosa. so solo di essere stanco. tornato da bologna.
passato tra il reparto di "nuove patologie", tra incontri con amici e 2 passi in piazza verdi....bè stanchino...
ma no. non è la stanchezza quella fisica...è una stanchezza un po' diversa... nemmeno troppo psicologica...la definirei una stanchezza sociale.
sono stanco. in questi 3-4 giorni bò..quanti ne sono passati.. ho avuto il tempo di leggere.
notizie. notizie e notizie di giornali.
e adesso sono stanco.allora mi chiedo:perchè? e quando una persona è stanca?
forse sarà la strada fatta sia a piedi che in auto...pero' se qualcuno mi inviterebbe adesso a fare una corsetta o un tuffo in piscina ci andrei proprio...
ho capito.
sono state le notizie dei giornali cazzo.
proprio loro mi hanno stancato. magari sarebbe meglio non saperle certe cose...
si vivrebbe meglio, almeno fino al momento in cui ti piombano addosso senza che ci capisci un cazzo.
non sto' qui a raccontarvi le cose che ho letto e in questi giorni, le sapete già...
siam messi male.
violenza. mancanza di rispetto. omicidi. mafia.... cazzo parlavo con un ragazzo che fà medicina e che ha amici siciliani che fanno medicina e mi ha detto che praticamente i primari in sicilia li sceglie la mafia....che bella l'italia...
mamma mia che stanchezza...
mi viene sempre in mente Ballard...di come abbia ragione nei suoi libri....
e più ci guardiamo intorno, e più leggo di notizie macabre...di incesti all'interno di mura domestiche, di gente morta ammazzata perchè non omologata, di corruzioni dilaganti....più scopro come la violenza ci stà rendendo sempre più vivi, di come ci piaccia, di come ci fa sentire forti e potenti.
bene potevo ricominciare a scrivere cose più interessanti dopo questa pausa di non so' che cosa....
pero' le cose allegre e spensierate le lascio ad altri...loro ci faranno divertire...
la società vuol farci divertire non è così...? vuol farci sembrare che tutto vada bene... vuol tenerci a bada con cremine e pasti ipocalorici...
così...giriamo una pagina...e voilà..barretta dietetica...giriamo l'altra e voilà...un bimbo morto lungo una strada di fame come un animale...
giriamo pagina e voilà... chirurgia plastica per le tette delle signore....giriamo l'altra e voilà.. gente che muore perchè non ha una pasticchetta del cazzo contro la malaria che da noi te la regalano....
viva il nostro mondo.
...alziamo barriere nel mondo globalizzato, ci ammazziamo perchè non la pensiamo in maniera uguale, le nostre mucche (europee) ricevono 2 dollari al giorno di finanziamento ed in africa con 2 dollari al giorno ci camperebbe una famiglia...
non vado avanti....
e tutto ciò lo fà l'uomo. l'essere più evoluto.
la storia ha molto da insegnarci ma noi...ce ne dimentichiamo...abbiamo la memoria corta....
e dire che siamo tutti figli della stessa fottutissima esplosione.
basta.
ecco non ho detto nulla di più di quello che si sapeva già...
forse pero' meglio ricordarsele certe cose....

ah! dimenticavo sono diventato dottore...allegria!

ricominciate a leggermi...e commentate.
non è un invito è un ordine cazzo altrimenti vi spacco il culo.

lunedì 24 marzo 2008

..le strade di ognuno.. _piccole distrazioni in momenti di semidisperazione_

Marco (Polo) entra in una citta’; vede qualcuno in una piazza vivere una vita o un istante che potevano essere suoi; al posto di quell’uomo ora avrebbe potuto esserci lui se si fosse fermato nel tempo tanto tempo prima, oppure se tanto tempo prima a un crocevia invece di prendere una strada avesse preso quella opposta e dopo un lungo giro fosse venuto a trovarsi al posto di quell’uomo in quella piazza. Ormai, da quel suo passato vero o ipotetico, lui e’ escluso; non puo’ fermarsi; deve proseguire fino a un’altra citta’ dove lo aspetta un altro suo passato, o qualcosa che forse era stato un suo possibile futuro e ora e’ il presente di qualcun altro. I futuri non realizzati sono solo rami del passato: rami secchi.

Se ti dico che la citta’ cui tende il mio viaggio e’ discontinua nello spazio e nel tempo, ora piu’ rada ora piu’ densa, tu non devi credere che si possa smettere di cercarla.

L'inferno dei viventi non è qualcosa che sara’; se ce n'e’ uno e’ quello che e’ gia’ qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.
Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo piu’.
Il secondo e’ rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all'inferno, non e’ inferno e farlo
durare e dargli spazio.

Italo Calvino da: Le citta’ invisibili (1972)

domenica 10 febbraio 2008

...risfogliando un libro....




..."prendi di nuovo i cinesi, questa cultura così diversa dalla nostra. Io lo dico: scrivono diversamente, mangiano diversamente, dormono diversamente. Curioso che ora diventino tutti con la cravatta, Folco. La capisci la mia disperazione? La cravatta a tutti! Questi, che avevano scoperto che non bisognava mai legarsi niente attorno alla pancia perchè ferma il qi, ora hanno tutti le cinture Pierre Cardin. Ti dispera, no? Cos' è che mi dispera? A me dispera la fine della biodiversità, mi dispera che non ci siano più le mele cotogne. Vogliamo le mele tutte fatte tonde, tutte uguali, tutte lucide, e con questo eliminiamo la diversità che è il fondamento della vita. La di-ver-si-tà! Perchè secondo me la richezza dell'umanità sta nella sua varietà. Voglio dire, gli uomini blu, i tuareg, ma perchè gli volete mettere le mutande? Lasciateli essere tuareg!
si possono lasciare gli altri coi loro valori, aiutarli a curarsi il tracoma e chiedere loro che ci aiutino a curarci di una malattia che è molto più devastante del tracoma, ed è la nostra infelicità?
cos'è preferibile, che al tramonto a un bambino venga coperta la faccia con la polvere di sandalo o con la crema Nivea?"

Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio


cos'è che porta a tutto questo? la globalizzazone? la nostra presunzione di dire cio' che è giusto e ciò che è sbagliato senza cercar di capire?... mah... non lo sò... se sapete aiutarmi...aiutatemi...in queste ore notture forse è meglio dormire... che poi nel letto...magari nel sonno grazie ad un problema di digestione mi viene l'ispirazione per un romanzo..... i flussi, il mondo che cambia, tutte queste trasformazioni,( chiamiamole anche più correttamente omologazioni)... sono incontrollabili a quanto pare.....forse manca il rispetto.




a presto canaglie....!

domenica 27 gennaio 2008

_forse c'è stata un'inversione di rotta sin dall'inizio_

La vita dovrebbe essere vissuta al contrario.

Tanto per cominciare si dovrebbe iniziare morendo, e cosi tricchete tracchete il trauma e' bello che superato.

Quindi ti svegli in un letto di ospedale e apprezzi il fatto che vai migliorando giorno dopo giorno. Poi Ti dimettono perche' stai bene e la prima cosa che fai e' andare in posta a ritirare la pensione e te la godi al meglio.

Col passare del tempo le tue forze aumentano, il tuo fisico migliora, le rughe scompaiono.

Poi inizi a lavorare e il primo giorno ti regalano un orologio d'oro.

Lavori quarant'anni finche' non sei cosi' giovane da sfruttare adeguatamente il ritiro dalla vita. Quindi vai di festino in festino, bevi, giochi, fai sesso e ti prepari per iniziare a studiare.

Poi inizi la scuola, giochi con gli amici, senza alcun tipo di obblighi e responsabilita', finche' non sei bebe'.

Quando sei sufficientemente piccolo, ti infili in un posto che ormai dovresti conoscere molto bene.

Gli ultimi nove mesi te li passi flottando tranquillo e sereno, in un posto riscaldato con room service e tanto affetto, senza che nessuno ti rompa i coglioni.

E alla fine abbandoni questo mondo in un orgasmo.


Woody Allen

giovedì 24 gennaio 2008

sconvolgimenti urbani

...sto preparando la mia tesi....mi dispiace non ho tempo di scrivere cose più interessanti di queste....

“Le città sono fonte di innovazione e di produttività. Industrie e servizi si sviluppano in città perché imprenditori e piccole imprese possono condividere mercati, infrastrutture, lavoro e informazioni. […] Le città promuovono la trasformazione della conoscenza, delle istituzioni e delle attività economiche. […] Per mantenere la promessa di migliori condizioni di vita, le città hanno bisogno di istituzioni più forti in grado di rendere più accessibili le risorse e di assicurare una più equilibrata distribuzione dei beni pubblici tra i diversi interessi”. (World Bank, 2002).

Questo importante potenziale economico che i grandi centri urbani rappresentano descritto in modo particolare dalla Banca Mondiale, rappresentano la città quindi sempre più come un oggetto di consumo, un qualcosa da vendere; la globalizzazione implica una competizione che attrae investitori e utilizzatori esterni, che nei paesi in via di sviluppo sono soprattutto esteri.
E quindi la città, le logiche urbane e urbanistiche vengono pensate sempre più per rendere il territorio più appetibile soprattutto dal punto di vista del consumo.
Il recupero e la riqualificazione dei centri storici in America Latina è un esempio emblematico di ciò che si sta dicendo; la salvaguardia di questi spazi è sempre più spesso affidata a privati, i governi locali infatti optano sempre di più questa scelta che portano ad una riqualificazione delle aree degradate e ad una crescita delle entrate che possa incrementare il bilancio.
Questi concetti riportati nel saggio “La città inclusiva di Marcello Balbo” rappresentano un aspetto fondamentale per lo studio degli spazi e dei luoghi all’interno di un contesto urbano. In molti casi, questi processi hanno portato alla trasformazione e al modo di vivere di molte zone della città; sconvolgendo spesso quelle che erano state fino a quel momento identità forti e centralità importanti della città stessa per molti dei suoi abitanti.
Città del Messico da questo punto di vista rappresenta un esempio emblematico nelle opere di riqualificazione dello Zocalo, (centro storico della città) da parte di Carlos Slim (il proprietario delle maggiori reti di telecomunicazioni dell’America Latina non che uno degli uomini più ricchi del mondo).
Questi interventi però spesso diventano mezzi per altri obiettivi che non sono proprio il recupero di un patrimonio che appartiene alla storia del luogo, alla sua cultura della città e di chi vi vive bensì quelli della competizione economica e dello spettacolo.
Quello che prima era quindi uno spazio che aveva radici ben più profonde, che possedeva una identità che rispecchiava in maniera molto più fedele le tradizioni del posto, rischia di diventare nient’altro che un defilé di vetrine di negozi, ristoranti e caffè distribuiti negli edifici e nelle corti delle strade della città.
Tutto ciò non riguarda solamente singoli interventi o singole aree delle città ma, nei paesi in via di sviluppo, il marketing urbano, è ormai divenuto obbligatorio, soprattutto nelle grandi città; un elemento forzato se nonsi vuole rimanere esclusi dai flussi finanziari e di investimento internazionale.
La città di Cancun nella regione del Quintana Roo, nella riviera caraibica del Golfo Messico per esempio, è nata negli anni 70, prima non era nientaltro che una isola di cui poche persone ne conoscevano l’esistenza. Cancun, nata come progetto urbanistico interamente pianificato è diventata oggi una vera e propria città quasi esclusivamente turistica, paragonabile più ad una Las Vegas che alle vicine città della regione.
Questo e molti altri esempi ci dimostrano come i processi di globalizzazione modificano il terriorio e rappresentano un fattore significativo sul cambiamento non solo dell’estetica e dei fatti urbani della città, ma vanno a modificare e ad avere forti ripercussioni in tutte quelle che sono le relazioni sociali di un contesto urbano.

mercoledì 9 gennaio 2008

forse

A volte mi fermo a pensare.
A volte.
Forse sono troppe, forse sono poche.
Forse non sono mai troppe, o forse non sono mai poche.
Forse non è mai troppo presto, ma forse non è neppure mai troppo tardi.
Per fare che? Per essere chi? Per andare dove?
Forse il freddo che fa fuori non è cosi’ freddo in realtà.
O forse fa cosi’ freddo perché nessuno riscalda i cuori.
O forse poi non è poi così freddo, in fondo, magari, siamo noi quelli freddi.
Siamo noi a non sentire.
Siamo noi gli intolleranti, insofferenti. O forse no.
Penso che forse ci siamo dentro tutti. Dentro che cosa???
Dentro le cose, dentro gli affari, dentro il sistema, dentro le nostre casette, dentro il mondo che gira, dentro i progetti, dentro un futuro dove saremo super fighi e plurimilionari.
O forse no. Forse ci sembra di starne cosi’ dentro, di essere entrati fin dentro l’atomo, ma in realtà, c’è solo il vuoto…un vuoto fatto ti tante cose..forse non ce ne rendiamo conto..forse non ce ne rendiamo conto.
Forse.
Cos’è che conta veramente? Siamo alla ricerca di che cosa?... della felicità? Forse.
Ma forse non la si troverà mai. Forse è la pace che serve.
Forse è una persona vicino che basta.
forse Dio. quale dio?

Forse la ragione.
Forse un ideale.
Forse ci lamentiamo troppo… ci lamentiamo così spesso, che è più il tempo che ci lamentiamo che quello che ci fermiamo a guardare il mondo.
Forse sono ansioso, o forse troppo curioso di sapere cosa saro’, dove andro’, cosa saremo.
A che scopo poi?
Forse mi faccio troppe domande.
Forse.
A volte vorrei piangere. Ma se penso al perchè delle mie lacrime… mi viene da ridere.
Forse ne abbiamo bisogno.
Forse mi manchi.
Anzi sicuro.

martedì 1 gennaio 2008

Nairobi | 30 dicembre 2007

...mentre nel primo mondo si festeggia felici e contenti...

che dire..siamo venuti al mondo con la cicogna non sfigata, siamo arrivati con l cicogna con i vestiti firmati....

buon 2008!



Kenya, in ritardo i risultati delle elezioni e scoppiano le violenze. 9 i morti

fonte web: rai news24



Una vera e propria battaglia e' esplosa nella notte a Korogocho, uno dei piu' grandi e spaventosi slum di Nairobi. Nove i morti morti, tra cui duebambini e una donna, secondo l'ultimo bilancio fornito dalla polizia. Inoltre, due persone sono state sequestrate e molte altre ferite.
Lo scontro di inaudita violenza, durato dalle otto di sera (le 18 in Italia) alle quattro di stamane, e' stato raccontato da Padre Daniele Moscheti, missionario comboniano che opera a Korogocho e nelle poverissime aree limitrofe da sette anni. Padre Moscheti e' responsabile della locale diocesi di San Giorgio.
"La battaglia e' esplosa tra appartenenti alle etnie Luo e Kikuyo, la maggioranza delle vittime e' Luo. La polizia e' arrivata alle tre e mezzo del mattino e il loro responsabile mi ha spiegato che il ritardo era dovuto al fatto che in molte zone della capitale c'erano situazioni analoghe. Un assurdo dovuto alla lentezza calcolata dello spoglio: e' da ieri che siattendono i risultati, qualcosa non va. Temo possa essere decretato il coprifuoco".
Intanto, sta riprendendo lo spoglio dei voti: i candidati alla presidenza sono testa a testa, il che stupisce molti osservatori visto che in Parlamento l'opposizione sembra andare verso una vittoria ampia.