giovedì 24 gennaio 2008

sconvolgimenti urbani

...sto preparando la mia tesi....mi dispiace non ho tempo di scrivere cose più interessanti di queste....

“Le città sono fonte di innovazione e di produttività. Industrie e servizi si sviluppano in città perché imprenditori e piccole imprese possono condividere mercati, infrastrutture, lavoro e informazioni. […] Le città promuovono la trasformazione della conoscenza, delle istituzioni e delle attività economiche. […] Per mantenere la promessa di migliori condizioni di vita, le città hanno bisogno di istituzioni più forti in grado di rendere più accessibili le risorse e di assicurare una più equilibrata distribuzione dei beni pubblici tra i diversi interessi”. (World Bank, 2002).

Questo importante potenziale economico che i grandi centri urbani rappresentano descritto in modo particolare dalla Banca Mondiale, rappresentano la città quindi sempre più come un oggetto di consumo, un qualcosa da vendere; la globalizzazione implica una competizione che attrae investitori e utilizzatori esterni, che nei paesi in via di sviluppo sono soprattutto esteri.
E quindi la città, le logiche urbane e urbanistiche vengono pensate sempre più per rendere il territorio più appetibile soprattutto dal punto di vista del consumo.
Il recupero e la riqualificazione dei centri storici in America Latina è un esempio emblematico di ciò che si sta dicendo; la salvaguardia di questi spazi è sempre più spesso affidata a privati, i governi locali infatti optano sempre di più questa scelta che portano ad una riqualificazione delle aree degradate e ad una crescita delle entrate che possa incrementare il bilancio.
Questi concetti riportati nel saggio “La città inclusiva di Marcello Balbo” rappresentano un aspetto fondamentale per lo studio degli spazi e dei luoghi all’interno di un contesto urbano. In molti casi, questi processi hanno portato alla trasformazione e al modo di vivere di molte zone della città; sconvolgendo spesso quelle che erano state fino a quel momento identità forti e centralità importanti della città stessa per molti dei suoi abitanti.
Città del Messico da questo punto di vista rappresenta un esempio emblematico nelle opere di riqualificazione dello Zocalo, (centro storico della città) da parte di Carlos Slim (il proprietario delle maggiori reti di telecomunicazioni dell’America Latina non che uno degli uomini più ricchi del mondo).
Questi interventi però spesso diventano mezzi per altri obiettivi che non sono proprio il recupero di un patrimonio che appartiene alla storia del luogo, alla sua cultura della città e di chi vi vive bensì quelli della competizione economica e dello spettacolo.
Quello che prima era quindi uno spazio che aveva radici ben più profonde, che possedeva una identità che rispecchiava in maniera molto più fedele le tradizioni del posto, rischia di diventare nient’altro che un defilé di vetrine di negozi, ristoranti e caffè distribuiti negli edifici e nelle corti delle strade della città.
Tutto ciò non riguarda solamente singoli interventi o singole aree delle città ma, nei paesi in via di sviluppo, il marketing urbano, è ormai divenuto obbligatorio, soprattutto nelle grandi città; un elemento forzato se nonsi vuole rimanere esclusi dai flussi finanziari e di investimento internazionale.
La città di Cancun nella regione del Quintana Roo, nella riviera caraibica del Golfo Messico per esempio, è nata negli anni 70, prima non era nientaltro che una isola di cui poche persone ne conoscevano l’esistenza. Cancun, nata come progetto urbanistico interamente pianificato è diventata oggi una vera e propria città quasi esclusivamente turistica, paragonabile più ad una Las Vegas che alle vicine città della regione.
Questo e molti altri esempi ci dimostrano come i processi di globalizzazione modificano il terriorio e rappresentano un fattore significativo sul cambiamento non solo dell’estetica e dei fatti urbani della città, ma vanno a modificare e ad avere forti ripercussioni in tutte quelle che sono le relazioni sociali di un contesto urbano.

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