lunedì 10 dicembre 2007

lettera ad un borgo malato

dall'altra parte dell'oceano scrivo.
sopra una poltrona non mia. con un computer non mio. in una casa non mia. in una stanza in assoluto silenzio, se non fosse per quel suo leggero respiro mentre dorme.
ti scrivo per cercare di capire che succede.
scrivo a te, antico borgo orgoglioso di cio' che contieni. ti sento sempre piu' malato. sempre meno caldo e pronto ad abbracciare genti nei tuoi unici ritratti.
mi sfoghero'.
sfogarmi?...consumare parole e parole... tasti e tasti di tastiera per parlare, per criticare, per scambiarsi, per migliorare... sfogarsi per migliorare. la prenderei cosi'.
a chilometri e chilometri di disatanza da te ameno paesino... quello che posso dire e' che quello che piu' mi da pena e' la superficialita', lo spettacolo, l'apparenza, l'apparire, l'ostentare, la mancata sincerita', il non rispetto.... che vedo pian piano aumentare fra le tue strandine ...atteggiamenti volgari, irrispettosi, egoistici ed egocentrici....generati da un poco scambio culturale e dal bombardamento consumista contemporaneo. (il maggior nemico direi)
....e tutto questo prende vita e forma all'interno del tuo piccolo contesto, piccolo paesino, piccolo scambio di vite e di flussi.. quasi insignificante penseremo... ma che nascondi origini lontane, storie e leggende affascinanti....ricche di tradizioni, che rischiano di perdersi. questo bisogna apprezzare.... perche' l'ignoranza, ossia la non conoscenza delle cose, non significa mancaza di cultura, non significa mancaza di saggezza.... anzi.... immaginate un contadino, un artigiano di un tempo....la sua dedizione al lavoro, la sua umilta'....il suo RISPETTO per quel poco che aveva e per tutto cio' che lo circondava. poesia. arte. pensatela come volete. queste persone non rischiavano l'inquinamento cerebrale di cui siamo adesso in continuazione attanagliati, non rischiavano di essere un numero in una statistica,non rischiavano di essere manipolati dal marciume dei media. E' cio' di cui dobbiamo preoccuparci ora. all'interno di questi paesini dove un tempo si, si nascondeva l'ignoranza...ma era l'ignoranza buona, una ignoranza intelligiente e rispettosa. adesso questi luoghi, stanno diventando il ricettacolo del "non riflettere", stanno diventando luoghi delle due parole piu' in voga del momento :"lavorare-consumare", e la loro identita' sociologico-urbana ricca di storia e tradizioni rischia di trasformarsi in una semplice cartolina senza piu' un'anima.la gente che vi vive piu' stabilmente rischia di scivolare incosciamente in un ritmo, in una routine priva di reali interessi e stimoli che facciano pensare con la propria testa e ti facciano avere una presa di coscienza.
crediamo in dio ed andiamo a messa, e siamo a posto con la coscienza. ma dio non ha creato tutto e tutti???.....se riuscissimoa vedere dio,buddha,zeus,allah...chiamatelo un po' come volete, in tutto cio' che ci circona, nella gente diversa, negli alberi, nei sorrisi, nei piccoli gesti, in quell'erbetta che anto ci piace, anche nelle birre che ci scoliamo fatte con il luppolo di dio....be', se riuscissimio a vedere questo dio che tutti cercano e che io tradurrei con AMORE.... allora si si vivrebbe meglio, soprattutto in questi paesini dove ci si conosce tutti...ma purtroppo e' difficile, nessuno ci riesce...o forse solo poco conveniente.
si dovrebbe partire da una rivoluzione culutrale. rabbrividisco e divento triste; rabbrividisco e divento triste perche' appartengo a tutto questo, appartengo a quei vicoli, appartengo alla gente, appartengo all'aria di campagna, appartengo alle feste del paese, mi hanno visto e fatto crescere e non posso non amarle. anzi. il fatto di criticare ed incazzarsi non e' altro che uno sfogo d'amore.
e quello che piu' mi fa male e' pensare di vedere questi splendidi ritratti di storia, sbiadirsi di fronte alla materialita' di oggi di fronte a quella intelligenza fatta solo con la mente, senza tener conto del cuore, di fronte alla pubblica ottusita', di fronte alla "ignoranza colta".
forse nn posso permettermi di dire queste cose per il fatto che spesso scappo dal mio paese, che spesso preferisco non mettere le mani in pasta per paura di sporcarmi. ma sicuramente non e' un comportamento corretto, sicuramente individualista e da un certo punto di vista conveniente. ma non e' facile. non e' facile cambiare la gente. cercare di farla riflettere. sopratutto se non vuole e non e' interessata.
soffro.
vi racconto questa:
nell'antica grecia il passo dall'adolescenza all'eta' matura veniva effettuata con un viaggio.
i ragazzini di una certa eta' affidati ad un saggio maestro, iniziaano un viaggio di alcuni mesi: altre citta' , altri paesi, altri luoghi, altri spazi, altre esperienze, altra gente, altre tradizioni, altri modi di pensare. dopodiche' i ragazzini veniano riaccompagnati al proprio paese. adesso erano in grado di scegliere della loro vita. di scegliere cosa fare e dove andare. un modo magnifico per aprire gli occhi, per quardarsi dentro e conoscersi meglio. un modo che puo' mandarti un po' in confusione ma che sicuramente lascia che sia tu stesso e il tuo pensiero a farti vivere quello che sei.

ecco il mio sfogo.
uno sfogo contro la banalita' e la superficialita', uno sfogo contro il mondo di oggi, e contro il pensiero che la societa' vuole imporci. contro il modello di vita (consumo-ricchezza) che ci lascia sempre piu' privi di sentimenti, di ricordi, di folklorismo, di umanita', di rispetto per la natura, che ci lascia sempre piu' pieni di cose fuori e sempre piu' vuoti dentro.

caro borgo di provincia non non e' tua la colpa. la colpa e' sempre dell'uomo. sempre.
a presto.
marco.

morrovallesi

3 commenti:

Anonimo ha detto...

'l'ultima possibile vera rivoluzione è quella di cambiare il mondo dentro di noi, non il mondo fuori.Poi per riflesso cambia anche il mondo fuori'...
Sono parole di un'intervista a T.Terzani che mi sono rimaste in testa.
cercare di capire che succede, prendere coscienza che qualcosa non va è qualcosa non credi? poi da li si comincia a fare il primo passo in qualche direzione..

caterina

Anonimo ha detto...

la mia paura piu' grande in questo periodo è di non riuscire più a "sentire"...
che ne dici?

un abbraccio caro.

marco f

Anonimo ha detto...

purtroppo ogni giorno si ha a che fare con persone superficiali, che non riescono più a "sentire"..solo apparenza, pensando che con quelle scarpe firmate saranno più fighi o che qualcuno li debba rispettare perchè sono più arroganti..sono stanca di questa realtà..di gente che non si accontenta..di gente che guarda solo all'apparenza..di gente che non si preoccupa più di dire qualcosa di buono per un altro..di gente che cerca solo di arricchirsi a discapito altrui..basta iniziare da cose semplici..donare un sorriso..ascoltare qualcuno..non è difficile se ci pensiamo..ciao marco f.